Papà aspetta il figlio autistico che prende il pranzo – il motivo vi sorprenderà

A Owen Block, come alla maggior parte di noi, piace mangiare. Lui però è autistico perciò ogni volta ha bisogno di sapere esattamente cosa mangerà.

Quando suo padre ha deciso di portarlo ai ristorante burmese che si chiama Sun Cuisines, ha detto a suo figlio di entrare e chiedere esattamente ciò che voleva mangiare.

“Sapevamo da tutto il giorno che saremmo andati a prendere da mangiare lì. A Owen piace sapere esattamente dove si mangerà con un po’ di anticipo,” ha spiegato sua madre Sandra Block.
Suo padre lo ha aspettato pazientemente in auto, ma i minuti passavano e non riusciva a capire come mai ci mettesse così tanto.

A un certo punto ha deciso di entrare nel ristorante e non poteva credere a quello che il personale aveva fatto per suo figlio.

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Owen era in auto con suo padre quando si sono resi conto che avrebbero potuto rendere migliore l’esperienza di prendere cibo d’asporto.

Hanno deciso di prendere un menù al Sun Cuisines Restaurant di Williamsville, New York, così che Owen potesse vedere esattamente cosa conteneva prima di ordinarlo.

“Perciò suo padre gli ha detto: ‘Owen, vai e prendi il menù che vuoi, poi torna qui’ e hanno fatto pratica in auto.”

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“‘Cosa gli devi chiedere?’, ‘Un menù d’asporto’, ‘Esattamente’,” ha proseguito Sandra raccontando la vicenda.

Eppure, nulla è andato come avevano pianificato.

Infatti Owen ha chiesto il menù d’asporto, ma non solo quello.

Quando si è avvicinato alla cassa si è distratto con gli odori di cibo.

“Dopodiché ha detto di avere fame e io l’ho guardato e ho capito dal profondo del cuore che era un ragazzo molto speciale. Gli ho chiesto: ‘Cosa vuoi mangiare, caro?’ e lui ha risposto di volere il manzo,” ha raccontato Aye Thein, la responsabile del ristorante, a News 4.

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Owen aveva ricevuto delle istruzioni molto chiare da suo padre, doveva soltanto prendere il menu mentre lui lo aspettava in auto.

Il ragazzo però non ha resistito ai buonissimi odori del ristorante così è rimasto dentro per gustarseli.

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Suo padre ha aspettato e aspettato. Finché non ha deciso di entrare per vedere cosa fosse successo.

Curioso di vedere come mai ci stesse mettendo così tanto, una volta entrato nel ristorante non credeva i suoi occhi quando ha visto suo figlio.

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Owen era da solo seduto ad un tavolo e si stava mangiando un piatto di manzo.

I suoi genitori non si sarebbero mai aspettati la reazione avuta da Aye Thein quando Owen le ha detto di avere fame.

Sua madre Sandra ha riportato subito tutto su Facebook.

“Pare che abbia detto alla signora di avere fame. A quel punto lei lo ha fatto sedere e gli ha chiesto cosa volesse. Lui ha detto manzo. Lei ha ordinato subito ai suoi cuochi di preparare un manzo al curry con riso. Ha detto che Owen le era sembrato così dolce che voleva farlo mangiare gratis,” ha scritto Sandra.

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Lo staff del ristorante riconosce un cliente affamato quando ne vede uno perciò gli hanno subito preparato qualcosa.

Sua madre ha detto di essere davvero molto grata al personale del ristorante per come lo hanno trattato e ha aggiunto: “Se andrete a mangiare lì ringraziateli ancora da parte mia. Per la loro gentilezza e per aver trattato mio figlio come un figlio.”

Pare che il motto di questo ristorante sia proprio “Chiedi e ti sarà dato!”.

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Il post di Sandra ha attirato tantissime reazioni da parte delle persone.

“È una cosa talmente gentile e che non avviene molto spesso, che se ci penso mi viene da piangere,” ha detto Sandra.

Aye Thein non sapeva neppure che il ragazzo è autistico e questo rende la storia ancora più commovente.

Non lo ha trattato in modo speciale perché lui è speciale, ha detto solo di aver messo in pratica il “Metta”, che fa parte della cultura buddhista e burmese.

“Metta significa amare ed essere gentili con chiunque,” ha raccontato.

Una storia bellissima che ci ha davvero commossi.

Non c’è bisogno di essere buddhisti o burmesi per essere gentili con tutti.

Abbiamo tutti la possibilità di dimostrare di essere compassionevoli, dobbiamo solo scegliere di farlo.

Condividete su Facebook questa storia commovente se siete d’accordo.